Sede Associazione ex Caserma "Pietro Cella"
Un pò di storia…….
La caserma, intitolata al Capitano Pietro Cella Medaglia d'oro al Valor Militare, fu acquisita dal Comune dopo una trattativa durata oltre 4 anni e i lavori della prima ristrutturazione, hanno riguardato le ex scuderie, fabbricato a sud del corpo principale della struttura militare, delle quali sono stati sistemati il tetto e gli ambienti interni. Il luogo è chiamato da sempre dai cittadini di Schio semplicemente "caserma Cella".
E proprio di un’ampia porzione di questo edificio ha preso recentemente possesso, con il suo ricco patrimonio di reperti della Grande Guerra, l’associazione scledense ricercatori storici “IV Novembre”, che il 5 novembre 2005 ha battezzato ufficialmente la sua nuova sede.
Non a caso la storica caserma rappresenta uno dei luoghi della memoria cittadina. Sia durante la Prima Guerra Mondiale che durante la Seconda.
Nell’ultima guerra, più che nella precedente fu teatro di cruente vicende belliche: nella notte fra il 9 e il 10 settembre 1943 venne presa d’assalto dalle SS tedesche che fecero quattro morti e nove feriti, mentre i mille fanti, alpini e avieri che vi erano acquartierati furono deportati.
Divenuta alloggio delle truppe d’occupazione, vi furono imprigionate centinaia di persone e due partigiani, Ismene Manea e Gianni Penazzato, vi trovarono la morte dopo torture il 12 luglio 1944.
Nel dopoguerra ritornò all’esercito, che la tenne fino agli inizi del nuovo millennio.
È invece di proprietà della Pirelli il vicino villino Panciera, già appartenuto alla Marzotto e in precedenza alla Lanerossi. Anche il villino Panciera conobbe trascorsi “militari”, divenendo sede di particolari “signorine” durante i due conflitti mondiali.
Per raggiungere la ex Caserma CELLA di SCHIO, sede dell’Associazione IV Novembre – ricercatori storici, prendere come indicazione provenendo dal centro della Città, la Caserma dei Carabinieri e al semaforo girare a destra, raggiungere la rotonda e girare a destra ancora. Poi a pochi metri, sempre sulla destra, si incontra la citata Caserma. La sede dell’associazione, in cui è possibile visitare le mostre via via allestite, è aperta di norma il sabato dalle 15.00 alle 17.00.
In sede si svolgono le riunioni e gli incontri per i soci. Il terzo giovedi di ogni mese essa è aperta per il gruppo di cercatori che possono così discutere e condividere le scoperte delle loro ricerche e programmare uscite e approfondimenti.
Nei locali della sede si organizzano periodicamente mostre a tema. Una ogni tre mesi circa.
Alcune delle esposizioni proposte fin'ora:
- La vita del soldato: un’esposizione che illustra la vita del soldato al fronte e vari aspetti del conflitto, dai reticolati alle maschere antigas, dalle baionette alle bombe a mano, dai giornali di trincea alle cartoline di propaganda fino ai più disparati oggetti personali, come bottiglie, stoviglie e pipe.
- La Grande Guerra rivissuta attraverso i giornali dell’epoca: La stampa, da una parte e dall'altra, svolse un compito essenziale nell' orientare l'opinione pubblica dei paesi belligeranti. I migliori giornalisti, diventati corrispondenti di guerra, profusero tutto il loro ingegno e mestiere nel descrivere attacchi, offensive, avanzate evitando accuratamente, altrimenti ci avrebbe pensato la rigida censura militare, di descrivere quanto avveniva realmente nelle proprie trincee enfatizzando al massimo, invece, perdite e sconfitte del nemico.
- La spedizione punitiva in Valdastico: Sono state esposte circa 40 foto e vari documenti sulla spedizione punitiva (strafexpedition) del 1916 con particolare riferimento al territorio della Valdastico, Posina e Tonezza. Questa mostra è stata poi trasferita, nello scorso novembre, a Grigny suscitando un notevole interesse e citazioni sulla stampa francese.
- Gli oggetti del soldato: La mostra ha avuto come soggetto gli oggetti appartenuti ai soldati al fronte. Sono stati esposti nelle bacheche oggetti fatti a mano dai soldati durante le pause tra un combattimento e l’altro. Le stoviglie usate e tutto ciò che accompagnava la quotidiana routine del fronte. Lettere ai familiari e documenti. Pochi oggetti ma oltremodo significativi e di suggestione.
- Trincee, baraccamenti e terra di nessuno: L’esposizione di gigantografie e grandi immagini dei baraccamenti e postazioni sul monte Pasubio e sul Novegno è stata significativa e esaustiva per descrivere gli alloggiamenti dei soldati in montagna. La ricostruzione poi di una baracca (3m x 3m) da ufficiale sul monte Novegno, ricostruita con materiale vecchio e in alcune parti originale, ha colpito per la completezza degli arredi.
- I piloti della Grande Guerra: Un centinaio di foto, alcune inedite e provenienti da Vienna, sulla guerra aerea e sull’importanza che ha avuto l’aeroporto di Thiene – Villaverla sul conflitto mondiale. Qui infatti è nato e ha avuto inizio il paracadutismo militare. Particolare attenzione è stata rivolta ad Arturo Ferrarin e a Francesco Baracca. Di quest’ultimo molte le foto delle sue vittime abbattute. E’ stata riservato uno spazio anche ai 250 carabinieri piloti, tutti volontari, impiegati nella grande guerra e spesso misconosciuti e tralasciati nelle loro imprese.
- La Grande Guerra: un lavoro da donne: La storia delle donne è fatta di eventi e di esperienze assai diversi da quelli degli uomini, ma la prima guerra mondiale mutò il loro status e con esso anche il resto della società. Anche in questa guerra, più che nel passato, il prezzo pagato dalle donne fu altissimo.
- Ospedale da campo 073, la sanità militare a Schio: La sanità a Schio durante la Grande Guerra ha avuto un’importanza notevole non solo per l’organizzazione logistica messa in campo ma anche per gli studi di frontiera e le scoperte medico chirurgiche applicate e sviluppate. Sono state esposti foto e documenti provenienti dall’archivio della Croce Rossa scledense, materiale poco conosciuto e poco noto.
- Non solo armi: una esposizione di copertine de “La Domenica del Corriere” disegnate dal vicentino Achille Beltrame. Le 24 in copia sono state messe a disposizione dal Museo del Risorgimento di Vicenza. Le originali provengono dalla collezione di un socio.
E altro ancora .....................................